nei tribunali i poveri cristi non sono benvoluti

Il giudice Tosti si lamenta perché nelle aule di giustizia c’erano dei cristi appesi ai loro regolari crocefissi.

E che c’è da stupirsi, direte voi: il nostro compativa le sofferenze dei poveri cristi appesi.
O magari pensava che potessero distrarre i frequentatori delle aule giudiziarie con i loro gemiti.

Macché, il nostro pensava solo alla "laicità dello stato", e ingiustamente attribuiva ai cristi tutte le malefatte della chiesa nella storia, pur sapendo bene che sono i cristi i primi a soffrire dell’uso che la chiesa fa del loro nome. Non contento, minacciava anche di aggravare la pena del cristo appeso nella sua aula, affiancandogli altri fastidiosi compagni. Come se il calvario non fosse stata una coabitazione abbastanza fastidiosa!

E tanto si è intestardito nella sua campagna contro i cristi crocefissi da invischiarsi in una molesta vicenda legale. Il tutto con l’effetto di far sentire fuori posto i poveri cristi che sono appesi nei tribunali – bisogna ricordarlo – contro la loro volontà.

Il FILCC ringrazia sentitamente il giudice Tosti e quanti hanno avuto la dabbenaggine di abboccare alle sue provocazioni, per aver reso evidente a questi cristi di non essere i benvoluti, e per averli usati ancora una volta come strumento delle loro piccole battaglie politiche, infischiandosene bellamente delle loro sofferenze.

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